sabato 15 settembre 2012

La nascita della parola OK

Vi racconto come è nata la parola (forse la più conosciuta al mondo) OK

La parola OK ha le sue origini dalle guerre; infatti dopo le battaglie era usanza andare a contare i morti in battaglia. Sui campi quindi veniva scritto il numero di morti e quando non c'erano morti si scriveva 0K (zero K). 

"Zero K" stava per "zero killed"... e col tempo 0K è diventato OK ed è associata a un qualcosa di positivo, quindi nel linguaggio parlato è diventato un termine che esprime consenso.

giovedì 6 settembre 2012

Prurito dopo la doccia

Premessa: questo stesso post lo avevo pubblicato sull'altro mio blog che si appoggiava su Splinder. Da quando Splinder ha chiuso, ovviamente questo post (forse tra i più interessanti e utili tra quelli da me scritti) non è stato più visibile e viste le centinaia di persone che hanno commentato, ho deciso di aprire un sito (http://www.pruritodoccia.altervista.org/index.html) il cui intento era quello di organizzare tutti i commenti del blog separando i sintomi dai rimedi (siano essi naturali che di natura farmaceutica diciamo).

Perchè dopo diverso tempo ho deciso di riprendere l'argomento e pubblicarlo anche in questo nuovo blog? Semplicemente perchè ho notato che il numero di visitatori del sito è aumentato in questo periodo, ed è per me facile intuirlo perchè proprio in questo periodo si scatena maggiormente questo prurito infame; quindi presumo che sempre più gente raggiunga il mio sito cercando su google argomenti legati al prurito dopo la doccia.

Nel sito ripropongo nella pagina iniziale il mio primo post (aggiornato in base anche a quelle che sono state le testimonianze), e ora lo ripropongo qui:

Di cosa parliamo...

        i sintomi
        le cause (ipotesi)
        i rimedi

    Il primissimo mio post sul mio blog (che tratta diversi argomenti) a cui facevo riferimento era:

    Allora... da qualche anno, dopo la doccia (poco prima dell'estate o in autunnno) mi viene un forte prurito agli arti e sul busto. Ovviamente ho cercato informazioni/soluzioni/patologie simili in rete e ho scoperto che:

    Allora... da qualche anno, dopo la doccia (poco prima dell'estate o in autunnno) mi viene un forte prurito agli arti e sul busto. Ovviamente ho cercato informazioni/soluzioni/patologie simili in rete e ho scoperto che:
  •         non sono l'unico a soffrirne;
  •         come una allergia, può nascere in seguito
    Fattori scatenanti possono ricondursi a:
  •         stress
  •         sostanze disciolte nell'acqua
  •         sistema vasco-circolatorio (diff.temperatura doccia-ambiente)
  •         umidità
  •         abbronzatura
  •         saponi
  •         gravidanza
  •         cirrosi epatica
  •         altre
    I rimedi:
  •         doccia fredda negli ultimi 2 minuti sugli arti
  •         cospargersi di crema idratante prima e dopo doccia
  •         prendere antistaminico prima della doccia
  •         fare bagno e sale
  •         usare sapone a scaglie
  •         usare olio (tipo Johnson) dopo doccia
  •         non grattarsi
  •         vestirsi subito o ricoprirsi stile mummia
  •         mettersi al caldo (sole diretto tipo lucertola)
    Quello che penso io (in base alla mia esperienza):
  •         sicuramente l'umidità la fa da padrona
  •         stress che abbassa le difese immunitarie
  •         sostanze disciolte nell'acqua
  •         crema idratante aiuta al 20%
  •         vestirsi subito aiuta al 50%
  •         doccia fredda aiuta 10%
  •         al 20% ti devi grattare... è come una tassa!! :(
    Avete esperienze del genere in famiglia o tra amici?
    Dite la vostra.

sabato 1 settembre 2012

Ricetta di cinghiale arrosto appulo-calabrese

Come anticipato nel post "ricette di cinghiale alla appulo-calabrese", sono qui a descrivervi la ricetta del cinghiale arrosto.
ingredienti (le quantità sono indicative):
- odori vari (cipolla, sedano, carote, rosmarino, foglie d'alloro)
- pepe, sale q.b., peperoncino
- olio extra vergine di oliva
- costate di cinghiale (anche un unico pezzo)
- vino rosso (0.7l
- olive sotto sale (circa 10 a persona)

procedimento da me seguito:
A - marinatura del cinghiale (vedi "ricette di cinghiale alla appulo-calabrese") - 12 ore
B - rilascio sapore di selvaggina e rosolatura - max 30 minuti
C - sfumatura con vino rosso
D - cottura del cinghiale al forno

A - Marinatura del cinghiale

B - Rilascio sapore di selvaggina e rosolatura
Al termine della marinatura, eliminare gli odori usati e l'aceto usato. Porre il pezzo di costole di cinghiale in una pentola con un po' d'acqua (giusto per non far attaccare alla pentola il pezzo posti sul fuoco). Porre la pentola sul fuoco e attendere 15-20 minuti che il cinghiale rilasci l'aceto assorbito.
Nel frattempo preparare i nuovi odori: tagliare 2 carote media grandezza a tocchettini, cipolla (mezza cipolla), sedano e 3 foglie d'alloro.
Al termine dei 15 - 20 minuti, scolare (nello scolapasta) il contenuto della pentola e sciacquate il pezzo di cinghiale sotto acqua corrente. Rimettere il pezzo (costate di cinghiale) nella pentola e ricoprirlo con gli odori preparati, bagnare il tutto con un po' d'olio (senza esagerare) e iniziare a far rosolare il tutto. Girare di tanto in tanto per evitare che la carne o gli odori si attacchino sul fondo della pentola. Aggiungere solo un pizzico di sale fino. Questa fase dura circa 20 minuti.

C - Sfumatura con vino rosso

Dopo circa i 20 minuti di rosolatura, il pezzo di carne dovrebbe essere diventato un po' più scuro (non bruciato). A questo punto versare nella padella tanto vino rosso da (quasi) ricoprire il pezzo (non importa che le ossa delle costate restano fuori). Lasciare evaporare il vino rosso: alla fine di questa fase la carne dovrebbe essere diventata di color rosso scuro tendente al color bruciato; questo colorito è normale per via del vino rosso. Questa fase permetterà al cinghiale di cuocere per più di un'ora (a fuoco lento). Mi raccomando di girare di tanto in tanto per evitare che la carne e gli odori si attacchino sul fondo della padella.
D - Cottura del cinghiale al forno
L'ultima  fase della ricetta consiste nel porre il cinghiale in forno con il sughetto restante dalla fase precedente (olio, aromi, odori, spezie e un po' di vino non completamente sfumato). Aggiungere le olive e lasciare il tutto in forno a 180°C per 30 minuti. Controllare la cottura provando a tagliare il pezzo di carne al termine dei 30 minuti. L'esterno dovrebbe essere apparentemente bruciato, ma l'interno dovrebbe essere di un color grigio marrone (colore della carne cotta per intenderci).

Buon appetito e, come per l'altra ricetta, fatemi sapere come è venuto il vostro cinghiale al forno alla appulo-calabrese!

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giovedì 30 agosto 2012

Ricetta di cinghiale al sugo alla appulo-calabrese

Come anticipato nel post "ricette di cinghiale alla appulo-calabrese", sono qui a descrivervi la ricetta del cinghiale al sugo per condire pappardelle o altro tipo di pasta.

ingredienti (le quantità sono indicative):
- odori vari (cipolla, sedano, carote, rosmarino, foglie d'alloro)
- pepe, sale q.b., peperoncino
- olio extra vergine di oliva
- straccetti di cinghiale  (0.5kg)
- polpa di pomodoro (0.3kg)
- passata di pomodoro (0.4 kg)
- vino rosso (0.4l)

procedimento da me seguito:
A - marinatura del cinghiale (vedi "ricette di cinghiale alla appulo-calabrese") - 12 ore
B - rilascio sapore di selvaggina e rosolatura - max 30 minuti
C - sfumatura con vino rosso
D - cottura del sugo

A - Marinatura del cinghiale

B - Rilascio sapore di selvaggina e rosolatura
Al termine della marinatura, eliminare gli odori usati e l'aceto usato. Porre gli straccetti di cinghiale in una padella con un po' d'acqua (giusto per non farli attaccare alla padella stessa una volta posti sul fuoco). Porre la padella sul fuoco e attendere 5 - 10 minuti che il cinghiale rilasci l'aceto assorbito.

Nel frattempo preparare i nuovi odori: tagliare 2 carote media grandezza a tocchettini, cipolla (mezza cipolla), sedano e 2 foglie d'alloro.

Al termine dei 5 - 10 minuti, scolare (nello scolapasta) il contenuto della padella. Rimettere gli straccetti nella padella, ricoprirli con gli odori preparati, bagnare il tutto con u po' d'olio (senza esagerare) e iniziare a far rosolare il tutto. Girare di tanto in tanto per evitare che la carne o gli odori si attacchino alla padella. Aggiungere solo un pizzico di sale fino. Questa fase dura circa 20 minuti.

C - Sfumatura con vino rosso

Dopo circa i 20 minuti di rosolatura, gli straccetti dovrebbero essere diventati un po' più scuri (non bruciati). A questo punto versare nella padella tanto vino rosso da (quasi) ricoprire gli straccetti. Lasciare evaporare il vino rosso: alla fine di questa fase gli straccetti dovrebbero essere diventati di color rosso scuro, quasi nero.

D -  Cottura del sugo

Versare tutto il contenuto della padella in una pentola e versare all'interno la polpa di pomodoro e la passata e aggiungere 2 pizzichi di sale fino. Aggiungere un po' d'acqua (di volta in volta) considerando che il sugo dovrà cuocere per altre 2 ore e alla fine dovrà essere molto denso. Preso con un cucchiaio di legno e inclinato, il sugo non dovrà scivolare facilmente nella pentola.

Due avvertenze: 
  1. alto rischio di far bruciare il sugo se non lo si gira frequentemente, soprattutto negli ultimi 30 minuti di cottura;
  2. assaggiare il sugo nell'ultima mezz'ora per regolarsi con il sale fino.
Buon pranzo ...o cena e fatemi sapere come è andata!

Ricette di Cinghiale alla appulo-calabrese

Spesso le ricette si descrivono per quello che dovrebbe essere il procedimento, questa volta invece vi descrivo 2 ricette per come sono state eseguite visto che ho combinato 4 ricette con il cinghiale diverse e quindi ho improvvisato "strada facendo". Considerando che sono pugliese e che il cinghiale non fa parte della tradizione pugliese (come può esserlo per la Sardegna o per la Toscana) ho deciso di chiamare queste ricette "cinghiale alla pugliese".
Poi in realtà, ho avuto il supporto della mia ragazza calabrese e quindi ho optato alla fine per "cinghiale appulo-calabrese". Le 4 ricette che ho combinato e che si trovano facilmente in rete (seppur con piccole differenze tra loro) sono: cinghiale in umido, cinghiale con le olive, arrosto di cinghiale e spezzatino di cinghiale.

Entrambe le ricette hanno previsto una marinatura per circa 12 ore in aceto di vino, cipolla, sedano, peperoncino e rosmarino. Il cinghiale a straccetti o pezzo intero (costatine) durante la marinatura devono essere girate o bagnate con lo stesso aceto (pescato dal fondo del recipiente con un cucchiaio) per consentire una marinatura piuttosto uniforme. Il cinghiale durante questa fase prenderà un colore grigiastro.

Ora se desiderate cucinare un bel sugo per pappardelle seguite la ricetta 1, altrimenti per un bel arrosto di cinghiale seguite la ricetta 2.




mercoledì 29 agosto 2012

"Christine - La macchina infernale"

Ho iniziato da qualche giorno a leggere il romanzo "Christine La macchina infernale" di Stephen King. Nella lettura mi ha subito colpito questa frase nelle primissime pagine:

"Forse è proprio da questo che si riconoscono le persone sole: sono quelle che sanno sempre trovare qualcosa da fare in una giornata di pioggia. Quelle a cui puoi sempre telefonare. Sono sempre a casa. Schifosamente sempre."

Chissà se c'è qualcuno che pensa che io sia a questo punto una persona sola...